La felicità è un rumore di fondo.
Non è lo spruzzo che sale svelto verso l’alto, né il mulinello che ti avvolge e inghiotte.
La felicità è più simile alla risacca del mare — o forse è ancora meno. È la semplice “presenza del mare”, presenza che non percepisci più in modo diretto, ma condizione che ti accompagna e abita.
La felicità non si mostra, riempie. Anzi, meglio ancora: dà forma al vuoto; un vuoto e pieno che si accomodano l’uno nell’altro, in eterno inter-essere.
Per sentire la felicità, devi fermarti, vedere l’interconnessione di tutte le cose e riconoscere che ne fai parte.

